di Lorenzo Presot
Sindaco di Staranzano
L’applicazione delle nuove norme sul patto di stabilità sta portando alla completa paralisi l’attività delle amministrazioni comunali nel settore delle opere pubbliche e della manutenzione del patrimonio.
I nuovi criteri del saldo di competenza mista, che obbligano per legge i comuni a spendere risorse in opere e manutenzioni solo in caso di entrate accertate nell’anno relativo all’effettiva spesa, e quindi, se devo spendere 100 nel 2013, 100 devono entrare in cassa tramite entrate in conto capitale (contributi, finanziamenti europei, alienazione di immobili ecc), configurano quello che, non è azzardato affermarlo, un “patto di stupidità”.
Il comune di Staranzano, nonostante abbia già in cassa...
i soldi per realizzare diversi interventi e per pagare le imprese che hanno già eseguito alcuni lavori, grazie all’ottenimento negli anni ‘passati di contributi regionali e dall’incasso dei soldi derivati dalla vendita del ramo energia di Iris, non può spendere nemmeno un €uro perché l’entrata in vigore dal primo gennaio delle nuove regole ha terremotato gli equilibri formali del bilancio, non consentendo alcun margine di azione.
La conseguenza è presto detta: il Comune non può pagare lavori già realizzati o in fase di completamento (tra i più noti la sistemazione del Ponte della Checca), con l’inevitabile conseguenza di mettere in forte difficoltà finanziaria imprese edili ed artigiane che hanno eseguito i lavori e che devono pagare fornitori e dipendenti, aggravando così una crisi di settore che sta già facendo strage di lavoratori e ditte e con l’ineluttabile conseguenza del blocco immediato dei lavori già in corso.
La situazione è drammatica e lega le mani a qualsiasi possibile azione, in attesa che la Regione stabilisca nuove regole di applicazione del patto e trovi le risorse per fronteggiare un’emergenza che rischia di mettere in ginocchio l’attività dei comuni e centinaia di imprese e lavoratori.
E’ quindi indispensabile che l’amministrazione regionale intervenga con la massima sollecitudine a porre rimedio a una situazione davvero grave, mettendo a disposizione dei comuni le risorse e le norme necessarie a risolvere il problema in tempi brevi e consentire alle amministrazioni comunali di saldare i lavori già eseguiti ed evitare così l’esplosione di contenziosi con le imprese che porterebbero, come già sta accadendo, al blocco dei lavori in corso e all’avvio di cause per il risarcimento di danni, che non farebbero che aggravare l’esposizione finanziaria dei comuni.
Non è possibile scaricare sui comuni il risultato di scelte sbagliate del passato, addebitando ai bilanci comunali, sani e in equilibrio, il compito di farsi carico di indebitamenti che hanno ben altra origine.
In caso contrario, sarà necessario che tutti gli amministratori si facciano carico di scelte forti e dirompenti per mettere i responsabili di questa situazione davanti alle loro responsabilità.
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